Stand decisamente spettacolare quello che proporrà John Deere ad Hannover. Ricco di novità concrete, per esempio le versioni 2020 dei quattro cilindri “6M” o dei serie “7R”, ma anche di proposte allestite per sottolineare le proprie capacità progettuali, quali, per esempio, le versioni elettrificate delle trasmissioni “AutoPowr”
Presentati in Spagna a fine settembre alla rete di vendita europea, le novità 2020 di John Deere daranno sicuramente origine a uno degli stand più affollati e spettacolari di Agritechnica, oltre che uno dei più avveniristici. A fianco di macchine che rappresentano la logica evoluzione delle gamme attuali o un ampliamento delle stesse, si collocheranno infatti proposte che solo nel medio periodo potrebbero trovar spazio nei listini della Casa. Fra queste le versioni elettrificate delle trasmissioni “AutoPowr”, ribattezzate per l’occasione “e-AutoPowr” e basate sulla presenza di due gruppi elettrici che sostituiscono la componente idraulica della trasmissione di base, eliminando alla radice i relativi assorbimenti energetici. Premiato con una medaglia d’oro quale innovazione tecnica, il sistema non è ancora stato presentato in tutti i suoi dettagli tecnici e quindi al momento non si sa se i due gruppi lavorano in tandem o in singolo e da dove prelevano l’energia necessaria per operare. Potrebbe essere che uno di loro funga da generatore e l’altro da attuatore della trasmissione né sorprenderebbe la presenza di un pacco batterie. Certo è, invece, che il gruppo può rilasciare fino a cento chilowatt di potenza, circa 136 cavalli equivalenti, per azionare eventuali e future attrezzature operanti per via elettrica. Rientra in tale ottica il rimorchio messo a punto dal costruttore tedesco Joskin, un tre assi, due quali possono diventare propulsivi grazie alla presenza di altrettanti motori elettrici alimentati dal sistema John Deere. Sicuramente ad Hannover la Casa darà maggiori informazioni, mentre non è certa ma solo auspicata la presenza dello spettacolare prototipo di trattore autonomo “Joker” mostrato in anteprima in Spagna.
A differenza di altre analoghe costruzioni il cui tasso di autonomia era visualizzato dalla totale mancanza di una cabina, nel caso specifico oltre al vano abitativo manca anche tutta la parte posteriore del trattore che, di fatto, si propone quale monoasse cingolato di alta potenza. Si parla di 500 cavalli. Il dubbio che un simile vettore possa risultare di equilibrio un po’ instabile ovviamente è lecito, tant’è che la stessa John Deere sembra aver affermato che all’equilibrio globale del cantiere di lavoro dovrebbe concorrere l’attrezzatura. Sarà il tempo a dire se tale progetto troverà uno sbocco diverso dall’essere una semplice attrazione fieristica, mentre è certo che a breve arriveranno sul mercato gli upgrade dei trattori serie “7R” e “8R”, le evoluzioni di questi ultimi dotate di quadricingoli, gli “8Rx”.
Importanti per il mercato italiano, la nuova serie “6M” i cui modelli dotati di motori a quattro cilindri eroganti fra i 90 e i 120 cavalli e forti di un passo di soli due metri e 40 centimetri dovrebbero andare a sostituire le serie precedenti, oltre ai mezzi serie “6Mc” e “6Rc”. I “6M” model year 2020 vantano un raggio di sterzo inferiore ai quattro metri e mezzo, masse massime lorde di circa 104 quintali e nuove cabine.
Novità anche fra le mietitrebbia
Mentre tutta Europa attende lumi circa il lancio o meno di mietitrebbia assiali a doppio rotore, John Deere ha ottimizzato le sue attuali raccoglitrici modificandone i sistemi di trasmissione mediante l’inserimento di sistemi a cinghia di elevato rendimento.
Inoltre, per ottimizzare i parametri di lavoro in tempo reale e prima che il raccolto venga elaborato dalla macchina la Casa ha messo a punto un sistema di controllo proattivo della velocità basato sul lavoro integrato di telecamere 3D e sistemi satellitari. Le telecamere registrano lo stato del raccolto che si para davanti alla mietitrebbia e vanno a confrontarlo con le mappe generate via satellite. Ciò permette al computer di bordo di regolare la velocità della macchina in maniera adeguata al lavoro che va a svolgere anziché al lavoro svolto come accade nei sistemi di controllo retroattivi in auge al momento.